Lauretta MINORETTI, Partigiani militari in Jugoslavia. Una resistenza dimenticata. Il contributo dei comaschi, Silele edizioni, Padova, 2020, 178 pp., 14 euro


E’ appena uscito, grazie al contributo dell’Istituto di storia contemporanea “Pier Amato Perretta” di Como, un nuovo volume sul tema della resistenza italiana nei Balcani. Nonostante il sottotitolo faccia pensare ad un lavoro soprattutto di storia locale, si tratta in realtà di un’utile sintesi di tutta la vicenda che coinvolge le decine di migliaia di soldati italiani che, dopo l’8 settembre 1943, scelsero di aderire alla resistenza jugoslava. Il volume ripercorre dunque la storia dell’occupazione italiana in Jugoslavia, a partire dal 1941, per arrivare alla fatidica data dell’8 settembre 1943. Ancora una volta l’autrice mostra come la dichiarazione di Armistizio fatta in circostanze difficili e con modalità deprecabili, abbia condannato più di metà dei soldati italiani alla cattura e alla deportazione nei campi nazisti. La seconda parte del volume consente di ricostruire, grazie all’apporto di una serie di buone ricerche già presenti e correttamente citate, la vicenda delle due principali unità partigiane italiane in territorio jugoslavo: la divisione Garibaldi e la brigata (poi divisione) Italia. La prima, fondata ufficialmente il 2 dicembre 1943 in Montenegro, fu attiva fino al marzo del 1945, sopportando un enorme tributo di sangue: circa 8.000 caduti, più o meno metà degli interi effettivi al momento della scelta partigiana, nell’autunno del 1943. La seconda trae origine invece dai tentativi di resistenza ai tedeschi delle unità italiane schierate lungo la costa dalmata, in particolare tra Spalato e Dubrovnik, nel settembre 1943. Dopo la resa e la fucilazione da parte dei nazisti di decine di ufficiali (tra cui anche alcuni generali), alcune unità riuscirono a riorganizzarsi, dando vita a due battaglioni italiani: il Matteotti e il Garibaldi. Incluse nella Prima divisione proletaria, queste unità parteciparono alla liberazione di Belgrado, nell’ottobre del 1944 e qui vennero unificate e andarono a firmare la brigata Italia. Con quasi mille tra caduti e dispersi e migliaia di chilometri percorsi, l’unità italiana venne smobilitata nel luglio 1945, dopo aver combattuto ancora sul fronte dello Srem e nella liberazione di Zagabria.
L’autrice ha il merito di aver condotto una ricerca rigorosa, riuscendo anche a individuare le vicende personali di buona parte dei soldati provenienti dalle province di Como e Lecco (all’epoca inclusa nell’unità amministrativa comasca) inclusi nelle formazioni partigiane italiane attive in Jugoslavia. Come scrive nella prefazione il presidente dell’Istituto storico di Como, Giuseppe Calzati: “Nomi da inserire tra i patrioti che hanno contribuito alla rinascita del nostro paese”, e, aggiungerei, dell’Europa tutta.

Eric Gobetti